La mia prima intervista in libreria è dedicata a Valentina Mogetta, Paola Mastrobuoni e Tiziana Di Padova, le tre libraie della libreria Tra Le Righe. Se volete conoscerle meglio anche voi non dovete fare altro che leggere le loro risposte a queste domande!
- Iniziamo con una domanda sui libri: da lettrici qual è il vostro libro preferito, e perché?
Valentina: Un libro preferito è probabilmente uno che si rilegge trovando sempre nuovi spunti, cogliendone ogni volta poesia e musicalità della parola (anche se tradotta, ovviamente ben tradotta), ritrovando vecchie emozioni e riscoprendone di nuove. Ebbene, per me questo libro è Eureka Street, di Robert McLiam Wilson, Fazi Editore.
Paola: Il primo libro che mi viene in mente è Orgoglio e pregiudizio (anche se la mente si affolla di mille altre storie e di tanti altri personaggi indimenticabili, una su tutti Anna Karenina). Il motivo potrebbe essere racchiuso in una parola: complessità. Per il modo in cui la Austen tratteggia non solo i protagonisti ma anche le figure minori, per l’ironia e l’acutezza nel descrivere un’epoca e una società, per la profondità dei dialoghi che rivelano una capacità di scavo psicologico non comune. Forse anche per il fatto che la figura di eroina si può identificare con la scrittrice, e con un certo tipo di donna libera nel pensiero, curiosa, dalla personalità viva e forte.
Tiziana: Questa è sempre stata la “domanda” che temevo qualcuno mi facesse prima o poi… il momento è arrivato, e non è affatto semplice risponderti. Tra tutti i libri che hanno lasciato un segno nella mia vita, ho deciso che ti parlerò di uno letto recentemente e suggerito da Valentina, trattasi del Giardino nascosto di Helen Humprhreys. Libro bellissimo, a tratti poetico, mi si è infilato nella mente e nel cuore, mi è piaciuto perché, come spesso accade nella vita, anche in quella della protagonista Gwen, si è sempre alla ricerca di un’armonia tra ordine e caos. Lei la trova attraverso la scoperta di un giardino nascosto e misterioso appunto, cercando di comprenderne il significato, avvolta da profumi, colori e fiori di ogni genere progettati secondo uno schema ben preciso che lei cercherà di decifrare. Un libro sulla forza di osare e di inseguire i propri desideri, sulla vita e sulla morte, sulla consapevolezza che sarà proprio la bellezza a salvarci dalle asperità.
- Invece da libraie, quali sono i libri che amate di più consigliare?
Valentina: Sono quelli che renderanno felice il lettore. Quindi è necessario capire il lettore. Accontentare quello esigente, confortare quello ferito, adescare quello svogliato. I grandi amori sono gli scrittori che sanno arrivare al cuore dell’uomo, provocando in noi un’emozione, una risata, un tumulto. Alcuni scrittori e scrittrici irlandesi in questo sono magnifici (Joseph O’Connor ed Edna O’Brien per fare due nomi), come anche le splendide scrittrici canadesi degli ultimi tempi (Miriam Toews ed Helen Humphreys) ma anche Cormac McCarthy, Kent Haruf, l’amatissimo Jon Kalman Stéfansson. E poi c’è il grandissimo bacino dei classici, da cui poter sempre pescare.
Paola: Il libro che regge agli umori dei tempi e delle mode è La vita davanti a sé di Romain Gary, seguito da Luce d’estate ed è subito notte (in realtà da tutti gli altri romanzi) dell’ islandese Jón Kalman Stefánsson. Di recente, nella classifica dei più consigliati c’è senz’altro La trilogia della pianura e Le nostre anime di notte di Kent Haruf.
Tiziana: Consiglio i libri che mi sono rimasti “addosso”, o meglio, quelli che ho amato di più e che mi hanno lasciato il segno. Consiglio libri che ritengo siano all’altezza di essere proposti , spazio tra generi vari, dal romanzo rosa a quello storico, passando per il noir e la poesia, insomma come avrai capito essendo onnivora non c’e’ un solo genere…
- Che ruolo hanno oggi le librerie, e come vivete la vostra?
Valentina: C’è ovviamente un doppio aspetto della faccenda. Il ruolo che le librerie hanno e quello che dovrebbero avere. Noi abbiamo iniziato pensando ad un contesto in cui ci sarebbe stato uno scambio, un vicendevole arricchimento tra libraio e lettore, e questo scambio sta venendo sempre meno. Per tanti motivi che forse non è il caso di approfondire qui, ma probabilmente partono tutti da un degrado culturale e civile. E quindi, personalmente, vivo la libreria sempre con la medesima passione, che posso però condividere sempre con meno persone.
Paola: Le librerie svolgono l’importante ruolo di rendere possibile per un lettore/cliente la scelta di un oggetto materiale e fisico quale è il libro; entrando in una libreria ci si può confrontare con altri lettori/clienti o con i librai, si ha modo di prendersi del tempo da dedicare a sé stessi e ai propri interessi, guardando le copertine, leggendo le trame, passando da un libro all’ altro, sfogliando le pagine di uno o più libri. Almeno così noi viviamo la nostra.
Tiziana: Oggi le librerie non hanno un ruolo, bensì una missione, soprattutto se si intendono quelle piccole, quelle di quartiere, le indipendenti insomma. Quelle che si reggono sulle proprie forze, che fanno fatica perché schiacciate dalle iniquità di una società in cui il commercio è sregolato e cannibalizzato. Le grandi catene, e-commerce e la tecnologia, quest’ultima da non demonizzare sempre e comunque, la fanno da padrona, lasciando a piccole realtà come la nostra poco spazio per operare. Ma è proprio questa la sfida, quella di non mollare un’impresa in cui si crede fortemente. Il ruolo è quello di tenere alti gli animi e lo spirito della gente, compresi i nostri, visto che ci stiamo dentro fino al collo.
- Che vuol dire essere libraie per voi?
Valentina: Essere libraia. Anche qui c’è un’idea e poi c’è la realtà. La realtà è che essere libraia è faticoso, frustrante, poco redditizio, complicato, soprattutto per chi fa la libraia, barista, curatrice di eventi, gestore dei social network, psicologa, animatrice di letture per bambini e di eventi per adulti, e chi più ne ha più ne metta. E’ però anche esaltante, ti mette inevitabilmente a contatto col mondo e con le persone, in maniera più profonda, ti consente di insinuare dei piccoli cambiamenti nelle vite degli altri, di trasmettere l’amore per qualcosa che cambia la vita, ad un bambino come ad un adulto, di fare felici le persone, in maniera non consumistica ma accorta, dandogli “solo” delle parole – emozioni per chi cerca emozioni, riflessione per chi cerca risposte, svago per chi cerca leggerezza – al costo di un libro. Ed è qualcosa che non ha prezzo.
Paola: Quando vediamo un cliente che torna in libreria e non può fare a meno di tornarci, che entra ed esce contento, che si sente al posto giusto nel momento giusto, ci sentiamo libraie, e veniamo compensate dal lavoro invisibile e faticoso che fa sì che tutto possa andare per il meglio.
Tiziana: Essere libraia??? Per me che ho iniziato da poco a fare questo mestiere è un po’ complicato risponderti ma, posso raccontarti la mia esperienza da quando ho cominciato ad oggi. Vuol dire accogliere le persone cercando di capirne in parte la psicologia, avvicinarsi quanto più possibile alle loro richieste, attraverso suggerimenti, o addirittura essere in grado di fargli cambiare idea. Instaurare un rapporto di stima e fiducia reciproca, dove il consiglio oltre a darlo lo ricevi, cercando di costruire un rapporto fatto di scambi e non solo culturali
- Se dico Tra Le Righe… a cosa pensate? Ditelo con una parola!
Valentina: Cuore
Paola: Andare oltre la superficie delle cose. Non è una parola, ma…
Tiziana: Emozioni
Se non conosci ancora la libreria Tra Le Righe, te la racconto volentieri in questo articolo: leggi Libri e cioccolata calda: la libreria Tra Le Righe a Roma!