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A Più Libri Più Liberi 2019 ho scoperto la Italo Svevo. Si tratta di una casa editrice per me nuova e tutta da esplorare, il cui catalogo mi ha colpita sin da subito, così come la bellezza dei libri esposti: oggetti meravigliosi e curati nel minimo dettaglio, dalla carta scelta all’impaginazione, dalle grafiche di copertina ai titoli delle opere. Ecco la mia recensione di Buongiorno mezzanotte, torno a casa, un libro di Liza Ginzburg che racconta di radici e appartenenza, di identità e patrie dell’anima.

Buongiorno mezzanotte, torno a casa

Buongiorno mezzanotte, torno a casa è un libro scritto da Lisa Ginzburg e edito da Italo Svevo nella collana “Piccola biblioteca di letteratura inutile”.
Figlia di Carlo Ginzburg e Anna Rossi-Doria, l’autrice è la nipote dei celebri Leone e Natalia Ginzburg. Scrittrice, traduttrice e filosofa, l’autrice è italiana ma vive da anni in Francia. In questo testo splendido racconta di esilio, partenze e ritorni; radici e appartenenze; identità, patria e case dell’anima. L’autrice ci parla di tutto ciò in parte condividendo le sue esperienze personali, in parte arricchendo il suo pensiero grazie a una rassegna letteraria di testi che raccontano, con parole diverse, gli stessi temi.

Il senso di inquietudine che nasce dalla continua ricerca di un luogo di appartenenza; il tormento del distacco dai luoghi che chiamiamo “casa”; distanza, déplacement e transito; il non saper stare e dunque partire, ma anche l’impossibilità (volontaria?) di ritornare; il senso di perenne allerta e l’energia rinnovatrice della creatività (artistica e identitaria) che derivano dal trovarsi in posti in cui siamo “stranieri”; la nostalgia del passato e la paura dell’immobilità.
I concetti espressi dalla Ginzburg riecheggiano nelle opere letterarie e nelle parole scritte di grandi autori e autrici, di personaggi che conosciamo e riconosciamo: Ulisse, forse protagonista simbolo del viaggio verso casa nella sua Odissea; ma anche James Joyce, Jean Rhys, Gogol’.

Anime vagabonde e radici mobili

Il libro trae parte del il titolo dai versi iniziali di una poesia di Emily Dickinson e dal titolo di un altro romanzo, quello di Jean Rhys. La lettura stessa di questo libro è un viaggio attraverso altri testi; ma è anche un’introspezione interiore, una ricerca e un riconoscersi sulla base di un senso perduto, forse, di appartenenza.

Percepire noi, il nostro esserci, giorno per giorno, non importa in quale angolo del mondo ci si trovi. Noi desiderosi di osservare la realtà intorno, ma anche liberi abbastanza da fantasticarne tutt’altre. Noi impegnati a saper essere dimora a noi stessi, perché è in quel saperci offrire rifugio la fonte prima di qualsiasi creatività. Lì, e lì solamente, fare casa.

Neanche a dirlo, il testo è caratterizzato da un linguaggio squisitamente accurato e da una profondità carica di significato. Assolutamente da leggere se si ha un’anima vagabonda e se siete fatti anche voi di radici mobili.

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I libri intonsi di Edizioni Italo Svevo

Il saggio della Ginzburg è edito da Italo Svevo. Questa casa editrice pubblica libri intonsi. Vuol dire che le piegature dei fogli non sono state ancora tagliate. Sta a noi farlo, e questo rende l’esperienza della lettura ancora più intensa e intima: decidiamo noi il ritmo (le vogliamo aprire tutte insieme le pagine, o una a una man mano che leggiamo?); la cura con cui tagliare (prestiamo molta attenzione quando ci passiamo la lama in mezzo, oppure ci sfugge uno strappo di tanto in tanto?).
Questi libri sono davvero dei gioielli e le edizioni sono curate nei minimi dettagli: la carta scelta e le grafiche di copertina, i testi proposti in catalogo, tutto racconta di passione e professionalità.

Ringrazio immensamente Italo Svevo per la fiducia e l’opportunità di scoprire questo mondo. E vi consiglio assolutamente di recuperare Buongiorno mezzanotte, torno a casa.
Conoscevate già questa casa editrice? Vi aspetto nei commenti.
Se invece avete voglia di continuare a vagabondare vi porto con me in viaggio a Bruges… la viva!