Di recente ho avuto il piacere di leggere Chernobyl Herbarium, edito da Mimesis. Questo libro che raccoglie i testi di Michael Marder e le immagini di Anaïs Tondeur è di una bellezza estraniante: per tutto il tempo della lettura mi sono sentita incantata e atterrita. Ecco la mia recensione.

Recensione di Chernobyl Herbarium

I mesi del Club del libro di Follow The Books dedicati a Emily Dickinson nella primavera scorsa hanno attirato la mia attenzione su qualcosa che raramente prima mi interessava: piante, fiori e erbari. All’inizio dell’estate scorsa ho finalmente visto e apprezzato la serie tv Chernobyl, creata e scritta da Craig Mazin e diretta da Johan Renck per HBO e Sky Atlantic. Quando ho saputo dell’uscita di questo libro per Mimesis non ho potuto fare a meno di chiederlo in lettura.

Chernobyl Herbarium, La vita dopo il disastro nucleare è una narrazione che accosta una raccolta di frammenti poetici del filosofo ambientale Michael Marder ai fotogrammi vegetali dell’artista visuale Anaïs Tondeur. Si tratta di un’ edizione speciale aggiornata per il trentacinquesimo anniversario dalla più grande catastrofe nucleare della storia: l’esplosione del Reattore 4 nella centrale di Chernobyl, nell’aprile 1986. Sono dunque 35 i frammenti riportati, e si muovono tra ricordi personali, dati storici e scientifici, riflessioni filosofiche e politiche, con un aggancio anche al cambiamento climatico e alla pandemia che stiamo vivendo.

Chernobyl Herbarium immagine di un fotogramma

Chernobyl Herbarium: tragedia, trauma, poesia

Le parole dei testi sono delicate e luminescenti tanto quanto le immagini che le accompagnano: fotogrammi di piante irradiate, ombre e impronte di campioni radioattivi. In entrambi i casi si tratta di memorie: tracce, segni, testimonianza. Si imprimono negli occhi e nella mente, si insinuano tra i pensieri e sotto la pelle come fossero essi stessi radiazioni.

Le riflessioni sul trauma che l’evento di Chernobyl ha comportato, a livello personale e planetario, psichico e fisico, sono ancora drasticamente attuali, inevitabilmente irrisolte. Nonostante il tempo trascorra macinando decenni. Sono passati 35 anni da allora, eppure cosa abbiamo imparato?

Perché leggere Chernobyl Herbarium

Questo è un libro poetico, delicato, ma allo stesso tempo indimenticabile e intenso. Può essere letto su più livelli: si può sfogliare a caso, si può leggere seguendo l’ordine delle pagine. Si può ammirare la triste ma innegabile bellezza dei fotogrammi e approfondire filosoficamente alcune analisi riportate. Si può contestualizzare il testo e agganciarlo a riflessioni contemporanee.

Ho amato profondamente questa lettura: per l’introspezione a cui invita; per la poesia con cui veicola dolore e trauma; per l’umanità con cui si ripropone di trovare una via per il cambiamento. Ringrazio tantissimo Mimesis per avermi inviato una copia in lettura, che conserverò con cura tra i libri a cui tengo di più.

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