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Grazie alla gentile collaborazione con Add Editore ho avuto il piacere di leggere questo interessante saggio della scrittrice e giornalista tedesca Andrea Köhler intitolato L’arte dell’attesa. 126 pagine di riflessione e pura delizia su un tema che un viaggialettore conosce bene. Infatti attendiamo sempre, noi: un treno in partenza, un libro in uscita. Perciò se volete saperne di più, eccoci qui: L’arte dell’attesa, recensione.
Questo libro vorrebbe ricordare che non possiamo liberarci così in fretta dell’ambiguità della nostra vita, con la sua alternanza di presenza e assenza, dormire e vegliare, “non più” e “non ancora.
A dire la verità la prima cosa che mi ha colpito è stata la delicatezza della copertina: un tocco leggero, un tratto semplice e lineare, leggere tinte pastello. Eppure risaltava quel titolo, così poetico e allo stesso tempo complesso, pieno. Mi sono detta che di sicuro il saggio doveva essere interessante. Chi viaggia, chi ama, chi soffre d’ansia conosce bene l’attesa. Conosce bene la tensione interiore, che parte dall’anima e arriva a toccare le viscere, la punta delle dita gelate.
Aspettiamo. Treni nelle stazioni, una telefonata, aerei che atterrano in ritardo, qualcuno che non risponde ai tuoi messaggi, l’esito di un esame, delle scuse, la tua stagione preferita. Ho pensato che sarebbe stata una lettura perfetta per il mio blog, e infatti devo dire che sono rimasta assolutamente soddisfatta. Ho amato questo testo sin dall’introduzione.
L’arte dell’attesa, recensione
Questo saggio suggestivo, delicato e profondo edito da Add Editore si divide in sei capitoli, attraverso i quali Andrea Köhler ci accompagna in un percorso dai tratti poetici, filosofici, lirici. D’altra parte sono tanti i nomi degli scrittori e dei filosofi che vengono in aiuto all’autrice in questo percorso nel tempo e fuori dal tempo: da Barthes a Nabokov, da Camus a Handke, e ancora da Kafka a Beckett.
La traduzione dal tedesco è firmata da Daniela Idra, e le parole scelte in fase creativa e ugualmente in quella di traduzione sembrano davvero perfette per guidarci tra uno stato di grazia e uno di angoscia, seguendo le strane onde di quello spazio di tempo, così tipicamente umano, in cui siamo sospesi tra il presente e qualcosa che deve ancora accadere. Siamo qui, e allo stesso tempo perduti in un altrove ignoto. Inoltre, l’attesa, probabilmente anche per una visione strettamente personale, porta con sé inevitabilmente una certa vena romantica, che è particolarmente percepibile nel primo capitolo del saggio.
Questo piccolo libro mi ha accompagnata nel mio recente viaggio a Bologna, spalancandomi finestre di grazia e sublimi momenti di introspezione. L’incanto anche degli occhi, nel tenerlo tra le mani in treno, mentre fuori dal finestrino moriva nel tardo pomeriggio uno degli ultimi giorni dell’inverno ormai in partenza, anche lui, con la sera che si posava lenta sulle luci della stazione, e mi suggeriva di rallentare. Di godere di quel tempo, già che di tempo stavo leggendo. Di godermi il viaggio.
Come faremmo a sopportare la nostra vita senza questo bell’esercizio di viaggio? A volte esso ci ricorda, infatti, che dobbiamo perderci per arrivare laddove, senza saperlo, vogliamo essere.
Nonostante si potrebbe terminare la lettura di questo testo in una serata, ho scelto di gustarmelo pian piano, ora dopo ora, sempre dopo il tramonto, e sempre ascoltando i Beach House. Traendo da questa lettura il massimo piacere possibile, ritagliandomi un momento tutto mio, un appuntamento con me stessa.
Così, nascondiamo tasche di lentezza nel tessuto delle nostre vite accelerate.
L’arte dell’attesa, un testo prezioso
Lo consiglio assolutamente, soprattutto a chi ha voglia di rallentare, di dimenticarsi per qualche splendida ora delle notifiche sullo smartphone, delle centinaia di foto digitali scattate in pochi istanti e mai riguardate, dei messaggi vocali inviati mentre camminiamo di fretta perché non abbiamo tempo di telefonare, della connessione internet h24. Lo consiglio ha chi ha voglia di fermarsi per un momento e leggere, riflettere, ricordare e godersi la poesia.
Conosci già L’arte dell’attesa? Se sei curioso di scoprire quali sono le altre letture che ho amato non perderti Isola, recensione e Bruges la morta, recensione. Se invece vuoi scoprire cosa ho combinato nel mio ultimo viaggio a Bologna, allora ti consiglio assolutamente di leggere #followthebooks Guida tascabile per maniaci dei libri (libro n. 7)